Ansia e Attacchi di Panico
L'ansia è lo stato emotivo che si sperimenta di fronte ad una sensazione di minaccia concreta (es. minaccia fisica alla persona) o figurata (es. minaccia alla propria autostima e integrità).
Si tratta di una risposta psico-comportamentale innata, non volontaria, finalizzata ad affrontare il pericolo percepito predisponendoci a una risposta di attacco o fuga. Qualsiasi individuo è caratterizzato dal promuovere una risposta ansiosa nell'affrontare una situazione difficile (ansia di stato), ma in alcune persone questa risposta è disfunzionale perché si presenta come persistente e intensa, in grado di interferire con la prestazione, e può essere associata a eventi che non sono realmente pericolosi (ansia di tratto).
I sintomi fisici dell’ansia spesso spaventano generando circoli viziosi, ovvero la cosiddetta “paura della paura”.
Quando l’attivazione del sistema di ansia è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, però, siamo di fronte a un disturbo d’ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni.
Il comune denominatore delle palpitazioni, è rappresentato da improvvisi battiti irregolari che interessano le persone durante le loro attività quotidiane, ed è più probabile che si presentino quando si attraversa uno stato ansioso.Può essere indotta da una serie di agenti quali nicotina, caffeina, alcol e squilibrio elettrolitico.
Spesso, quando si è interessati dall'ansia, si tende ad interpretare una risposta cardiaca naturale come una cardiopatia, preoccupandosi eccessivamente di poter andare in contro ad un infarto, nonostante non ci siano effettivi rischi da un punto di vista medico.
Sensazione di mancanza di respiro: respirare è un’azione fisiologica innata che non necessita di un controllo, è automaticamente gestita dal cervello ed è impossibile smettere di respirare anche quando si cerca volontariamente di farlo.
La sensazione di mancanza di respiro è molto frequente nei disturbi d’ansia e deriva dalla protratta e ripetuta respirazione toracica (pettorale). Infatti, una risposta fisica allo stress, è la relativa dominanza della respirazione toracica su quella addominale che porta però all’affaticamento dei muscoli intercostali, che si sforzano e hanno spasmi che causano disagio e dolori pettorali inducendo la mancanza di sensazione di respiro. Lo stato ansioso non permette di restare lucidi e capire che queste sensazioni sono indotte dalla respirazione toracica, sprintandole come improvvise e spaventose, portando la persona ad allarmarsi ulteriormente.
Nausea e disturbi gastrointestinali: lo stomaco si contrae e si rilassa in modo regolare e costante. Quando questo ritmo è inficiato si sperimenta la nausea. Diversi fattori possono portare a questa sensazione fisica come l’ingestione di certi cibi, i disturbi vestibolari, l’ipotensione posturale o anche stimoli precedentemente neutri.
La funzione dell’alimentazione e della digestione sono le prime a risentirne durante uno stato di allerta, ma se la persona interpreta erroneamente la nausea come un segno dell’imminente vomito è più probabile che l’ansia aumenti e porti al panico. Fortunatamente è molto improbabile che la nausea porti al vomito, è più probabile invece che le persone sovrastimino questa eventualità e contribuiscano ad alimentare uno stato agitativo.
Vertigini: le vertigini non sono altro che il prodotto del conflitto tra le informazioni che derivano dai sistemi vestibolare, visivo e propriocettivo, responsabili dell'equilibrio. La conseguenza di tale conflitto, comporta l’illusione del movimento di sé o dell’ambiente circostante, dando origine a stati di confusione o di giramenti, di capogiri o di stordimenti. I problemi dell’equilibrio e i sintomi fisici associati (instabilità, ansia, sudore freddo, palpitazioni) possono verificarsi anche in seguito ad ansia, iperventilazione e reazioni comuni allo stress come stringere la mascella e i denti. Come per la maggior parte dei sintomi tipici dell'ansia, l’intensità delle vertigini può aumentare se viene data maggiore attenzione a queste sensazioni.
Tremori e sudorazione aumentata: i tremori sono movimenti involontari, a carico di una o più parti del corpo, causati da una contrazione muscolare ritmica. La sudorazione assolve alla funzione di termo regolazione corporea e, sovente, aiuta ad abbassare la temperatura corporea che s'innalza quando vi sono stati ansiosi. Infatti, lo stress stimola il sistema nervoso simpatico con aumento dei livelli di adrenalina e noradrenalina che stimolano un aumento del metabolismo, incrementando così la produzione del calore e la conseguente sudorazione utile all’abbassamento della temperatura corporea. Così come per gli altri sintomi tipici dell'ansia,, maggiore è l’attenzione e la catastrofizzazione rispetto a tali sintomi e maggiore sarà la probabilità che questi aumentino di intensità.
Attacchi di panico
Gli attacchi di panico sono episodi di intensa e improvvisa paura o di una rapida escalation dell’ansia normalmente presente.
Sono accompagnati da sintomi somatici e cognitivi. Ad esempio palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, vertigini, paura di morire o di impazzire, brividi o vampate di calore.
Chi ha provato gli attacchi di panico li descrive come un’esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata, almeno la prima volta. E’ ovvio che la paura di un nuovo attacco diventa immediatamente forte e dominante.
Il singolo episodio, quindi, sfocia facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, più per “paura della paura” che altro. La persona si trova rapidamente invischiata in un tremendo circolo vizioso che spesso si porta dietro la cosiddetta “agorafobia“. Ovvero l’ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico inaspettato.
Con la paura degli attacchi di panico diventa quindi difficile e ansiogeno uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, e cosi via.
L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diviene schiavo del panico. Costringe spesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque. Ne consegue un senso di frustrazione che deriva dal fatto di essere adulto e autonomo, ma dipendenti dagli altri, che può condurre ad una depressione secondaria.
La caratteristica essenziale del disturbo da attacchi di panico è la presenza di attacchi ricorrentie inaspettati. Questi sono seguiti da almeno 1 mese di preoccupazione persistente di avere un altro attacco di panico.
La persona si preoccupa delle possibili implicazioni o conseguenze degli attacchi d’ansia e cambia il proprio comportamento in conseguenza degli attacchi. Principalmente evita le situazioni in cui teme che essi possano verificarsi.
Il primo attacco di panico è generalmente inaspettato, cioè si manifesta “a ciel sereno”, per cui il soggetto si spaventa enormemente e, spesso, ricorre al pronto soccorso. Poi possono diventare più prevedibili.
L’attacco di panico ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice (di solito entro 10 minuti o meno) e dura circa 20 minuti (ma a volte molto meno o di più).
I sintomi tipici degli attacchi di panico sono:
Poiché i sintomi coinvolgono molti organi vitali, il soggetto si preoccupa spesso di essere affetto da gravi patologie cardiache, polmonari o cerebrali. Per tale motivo, si rivolgono ripetutamente al medico di base o al pronto soccorso. Se non viene posta correttamente la diagnosi di attacco di panico, il soggetto si preoccupa ulteriormente di una possibile sottovalutazione di ciò che reputa un grave problema medico. Sebbene gli attacchi di panico siano talvolta molto fastidiosi, spesso intollerabili, non sono tuttavia pericolosi.
"Anche se gli attacchi di panico provocano sintomi che coinvolgono il cuore e altri organi vitali, non sono pericolosi".
La frequenza degli attacchi può variare notevolmente. Alcuni soggetti presentano attacchi ogni settimana, se non addirittura ogni giorno per mesi, mentre altri presentano numerosi episodi quotidiani, seguiti da settimane o mesi di remissione.
Il disturbo di panico viene diagnosticato quando il soggetto manifesta attacchi di panico imprevisti, non provocati e almeno uno degli aspetti seguenti per almeno un mese:
Una volta compreso che i sintomi di un soggetto sono causati da un disturbo da panico, i medici cercano di evitare che per i futuri attacchi di panico il soggetto debba sottoporsi a molte analisi, a meno che i suoi sintomi o i riscontri degli esami obiettivi non indichino un nuovo problema.